“Il cielo sopra al muro della FIAT” – libro e mostra di Gabriele Ugolini
Presentazione del libro "il cielo sopra al Muro della Fiat"
19 febbraio - 16.30
19/02/2022 - ore 16.30
Sala Pucci, Largo Pucci 40 (Via Canaletto Sud) - Modena
ingresso libero
55 scatti caratterizzati da un cromatismo carico e ricercato, raccontano la periferia (la fabbrica oltre il muro è la New Holland), vista con lo sguardo di Gabriele Ugolini.
A seguire, inaugurazione Mostra – 18.30
Bottega del Consorzio Creativo, Via dello Zono, 5 – Modena
Domenica 20 Febbraio
- 10.00 – 12.00
- 17.00 – 19.00
Sabato 26 Febbraio
- 10.00 – 12.00
- 16.00 – 19.00
Domenica 27 Febbraio
- 10.00 – 12.00
- 17.00 – 19.00
Gabriele Ugolini è nato in provincia di Modena e quasi subito si é trasferito in città, in Via delle Suore, dove abita ancor oggi. Ha iniziato a fotografare giovanissimo, poi una lunga pausa intervallata da un breve periodo dedicato al video. Nel 2008 il ritorno alla fotocamera; un ‘medium’ che usa in piena libertà da canoni e ortodossie. Preferisce infatti immaginare e suggerire, più che descrivere, illustrare, documentare. Dal 2010 ha esposto in diverse personali e collettive. Apprezza il dialogo con altre forme espressive. E’ coautore di due libri di poesie e foto pubblicati nel 2017 e 2018. Nel 2014 l’incontro con l’Associazione Culturale Consorzio Creativo di Modena: un ‘punto di svolta’ e un ulteriore stimolo verso la cultura, l’arte e la contaminazione fra diverse discipline.
Alcune domande estratte dall’articolo della Gazzetta di Modena:
Da cosa nasce il libro? «Dall’affetto per il quartiere dove abito, la Sacca. Ho sempre respinto il luogo comune che sia un quartiere Bronx. In effetti, è un luogo disagiato e non bello ma non ha caratteristiche da quartiere in degrado o da ghetto americano. È un luogo di affezione. Fino al 2016 ho avuto la fortuna di viaggiare spesso all’estero per lavoro. E ogni volta che tornavo sentivo il bisogno di fare una passeggiata in centro a Modena partendo da qui. Anche se ero stato a Calcutta o a New York avevo voglia di ritrovare la mia città».
E il progetto fotografico? «Ho un nipotino piccolo che si chiama come me. Da qui ho pensato a un gioco: dedicargli questo libro suscitando curiosità per questa strana dedica che sembra fatta a me stesso. In realtà la dedica è un ricordo di quando l’anno scorso, nel febbraio 2021, uscivo spesso con lui. Erano i giorni della “zona rossa” e si poteva girare lo stretto necessario. Uscivamo col passeggino. Mi piaceva fargli vedere il quartiere ma lui si addormentava e allora io continuavo a girare e avevo tempo di riflettere sulle mie cose e di guardare verso l’alto. Così ho cominciato a scoprire il paesaggio sopra di me».
«In vari periodi della mia vita, da appassionato di fotografia, ho scattato foto del muto che avevo di fronte. Facendo la passeggiata, questo muro non mi lasciava guardare dentro. In realtà, non mi interessava guardare dentro. Ho invece imparato a guardare in alto. Sopra il muro. Uno stimolo per portare gli occhi verso il cielo. E immaginavo ferri colorati, architetture, vetri. E intanto immaginavo di farle diventare macchie cromatiche. E il progetto è nato piano piano pensando a una luce forte».